Legge 215/92

Descrizione

La legge 215/92 è lo strumento principale di agevolazione attraverso il quale il Ministero dell’Industria mette a disposizione dell’imprenditoria femminile stanziamenti, sotto forma di contributi in conto capitale, erogati a fronte di investimenti; per l’anno 2001 la cifra stanziata è pari a poco più di 300 miliardi di lire. Questo sito vuole essere una guida pratica e chiara, dedicata a tutti coloro che vogliono approfondire i vantaggi derivanti da questa normativa e che sono interessati ad usufruire delle opportunità previste dalla Legge 215.

 

Cosa permette di fare

La Legge 215 permette alle imprese femminili di richiedere un finanziamento a fondo perduto per parte dei loro investimenti. Per “fondo perduto” si intende una somma di denaro che il Ministero dell’Industria mette a disposizione dell’imprenditore a titolo definitivo, senza, quindi, obbligo di restituzione. Ad esempio: Supponiamo, semplificando, che un’azienda programmi un investimento di 300 milioni, in una regione dove la Legge 215 prevede un contributo massimo pari al 50% della spesa, quindi 150. Il contributo sarà erogato all’azienda, direttamente nel proprio conto corrente, in due rate, la prima da 45 milioni (erogata al momento della realizzazione del 30% del programma di investimenti), la seconda di 105 milioni quando l’investimento sarà portato a termine (non oltre 24 mesi successivi alla data del decreto di concessione del contributo).

 

Come opera

La legge 215 opera con un meccanismo, detto “a bando”. Ciò vuol dire che il Ministero dell’industria dichiara che è possibile presentare domanda di contributo, a partire da un determinato giorno e fino ad una data di chiusura termini. Ad esempio nel bando del 2001 si può presentare domanda nel periodo ricompreso tra il 2 marzo ed il 31 maggio 2001. La 215 finanzia dei piani di investimento organizzati in programmi di breve periodo questo perché vuole “costringere” le aziende a programmare la propria attività nel breve termine focalizzando le risorse sulle attività essenziali dell’impresa. Le tipologie di programmi di investimento da presentare ad agevolazione riguardano: Avvio di attività imprenditoriale; Acquisto di attività preesistente: consiste nel rilevamento di un’attività preesistente o di un ramo d’azienda tramite atto d’acquisto o locazione con durata di almeno cinque anni dalla stipula; Realizzazione di progetti aziendali innovativi: deve riguardare l’introduzione di qualificazione e innovazione di prodotto, di tipo tecnologico od organizzativo, e può essere riferita anche ad azioni di ampliamento ed ammodernamento dell’attività già esercitata; Acquisizione dei servizi reali; si tratta di acquisire servizi che siano in grado di aumentare la produttività, apportare innovazione organizzativa, favorire il trasferimento di tecnologie, agevolare la ricerca di nuovi sbocchi di mercato per la commercializzazione dei propri prodotti, acquisire nuove tecniche di produzione, gestione e commercializzazione, sviluppare sistemi di qualità (l’elenco completo di tali servizi reali, che devono essere forniti tramite appositi contratti stipulati con determinati soggetti, è disponibile nell’allegato n. 4 della circolare). Rientrano nelle prime due tipologie l’avvio di nuova attività o l’acquisto di attività preesistenti da parte di imprese che, antecedentemente alla presentazione della domanda, non svolgevano attività imprenditoriale; questi ultimi soggetti, nei due anni precedenti dalla data di inoltro della richiesta, non devono aver conseguito fatturato originato da attività di impresa. Oltre a finanziare nuove tipologie di programmi, la normativa della 215 prevede la possibilità, ricorrendo ai contributi secondo la regola “de minimis”, di richiedere agevolazioni per spese sostenute precedentemente alla data di presentazione della domanda, purché in data successiva alla scadenza del bando precedente. Gli elementi fondamentali per la legge 215 sono due: Il modulo di domanda (scaricabile dalla sezione documentazione); La scheda tecnica, un documento che descrive tutti i dati relativi all’azienda e all’iniziativa per la quale si vanno a richiedere le agevolazioni. La gestione della legge è, relativamente all’istruttoria, affidata a: Le Regioni e Province autonome, nel caso in cui abbiano provveduto all’integrazione delle risorse statali; Il Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato, negli altri casi. Le domande di agevolazione, una volta che l’istruttoria ha dato esito positivo, sono posizionate in determinate graduatorie. Le graduatorie sono stilate sulla base di sei parametri ben definiti: Nuovi occupati rispetto agli investimenti ammessi. Nuova occupazione femminile rispetto agli investimenti ammessi. Nuovi investimenti rispetto agli investimenti totali. Partecipazione femminile all’impresa. Programmi finalizzati al commercio elettronico. Certificazioni ambientali e di qualità. A tale criteri si aggiungono quelli di priorità regionali eventualmente definiti dalle Regioni e dalle Province autonome. E’ impossibile dare una descrizione semplificata ed allo stesso tempo precisa, ciò che segue si avvicina però moltissimo: L’occupazione è calcolata in rapporto all’investimento ammissibile (in milioni di Lire). Ad esempio se la mia azienda impiegherà, a fronte dell’iniziativa, 5 dipendenti, ed effettua un investimento di 1000 milioni, il parametro sarà uguale a 5 diviso mille. La nuova occupazione femminile rispetto agli investimenti ammessi è calcolata anche essa in rapporto all’investimento ammesso. Ad esempio se la mia azienda impiegherà, a fronte dell’iniziativa, 2 dipendenti donne, ed effettua un investimento di 1000 milioni, il parametro sarà uguale a 2 diviso mille. I nuovi investimenti rispetto agli investimenti totali rappresentano il rapporto tra i nuovi investimenti previsti dal programma (e ammessi all’agevolazione) ed il valore degli “investimenti totali”dell’impresa richiedente. Gli investimenti totali assumono diversi valori a seconda della tipologia di iniziativa: Per le nuove iniziative sarà pari al valore dei nuovi investimenti; Per le iniziative relative all’acquisizione di attività preesistente, l’importo sarà uguale alla somma delle spese per il rilevamento e di quelle successive relative ai nuovi investimenti; Per i progetti innovativi e la sola acquisizione di servizi reali, sarà pari alla somma dei nuovi investimenti e il valore del totale delle immobilizzazioni materiali ed immateriali (al netto degli ammortamenti) alla data di presentazione della domanda. La partecipazione femminile all’impresa opera in termini di maggiorazione, uguale al 10%, di ognuno dei precedenti criteri (ovvero i rapporti relativi all’occupazione complessiva, all’occupazione femminile creata e all’ammontare dei nuovi investimenti rispetto al totale) e dell’eventuale punteggio regionale nel solo caso in cui l’impresa sia a totale partecipazione femminile, in altre parole: – imprese individuali il cui titolare sia una donna; – società di persone e cooperative in cui i soci siano tutte donne; – società di capitali in cui il 100% delle quote sia detenuto da donne e l’organo di amministrazione sia composto unicamente da donne. I programmi finalizzati al commercio elettronico e le certificazioni ambientali e di qualità contribuiscono, se realizzati entrambi o singolarmente, ad una maggiorazione del 5% dei primi tre parametri e di quello eventuale regionale. – il parametro ambientale si riferisce all’adesione, preesistente o successiva alla presentazione della domanda, ad uno dei sistemi riconosciuti di qualità e/o ambientale (UNI EN ISO 9000, EMAS E UNI EN ISO 14000, ECOLABEL, certificazioni SINCERT, attestazioni di specificità dei prodotti agricoli ed alimentari); – il commercio elettronico consiste in investimenti, in hardware, software e servizi reali, che siano diretti a promuovere la commercializzazione dei propri prodotti e/o servizi attraverso la gestione telematica delle transazioni. I criteri di priorità regionali possono essere disposti dalle Regioni o dalle Province Autonome che abbiano provveduto ad un’integrazione dei fondi nazionali con proprie risorse; in tal caso gli organi competenti individuano particolari aree del territorio e specifiche attività produttive considerati essenziali per lo sviluppo economico, determinando un punteggio variabile da 0 a 10 da attribuire ai diversi programmi. Il punteggio complessivo è ottenuto confrontando tutti i punteggi dei singoli parametri (con le eventuali maggiorazioni), mettendoli “sullo stesso piano”, attraverso un calcolo statistico che assegna ad ogni punteggio lo stesso peso (basato sulle funzioni di Media e Deviazione standard) creando così dei parametri normalizzati; la somma di questi parametri “normalizzati” costituisce il punteggio che il richiedente otterrà nelle graduatorie. Una volta stilata la graduatoria saranno ammessi progetti fino ad esaurimento dei fondi, ciò vuol dire che avere superato l’istruttoria non vuol dire ottenere il contributo, occorre anche avere un punteggio sopra la media.

 

Cosa finanzia

Le spese ammesse dalla legge possono essere acquisite tramite acquisto diretto o tramite il sistema della locazione finanziaria e sono inerenti a: Impianti generali; sono comprese le voci relative all’impianto elettrico, antincendio, antifurto, riscaldamento, condizionamento, idraulico, ecc.; Macchinari ed attrezzature; tra essi rientrano anche gli impianti specifici di produzione, compresi gli arredi connessi allo svolgimento delle attività e le strutture, non in muratura, prefabbricate e amovibili; Brevetti; Software; Opere murarie e relativi oneri di progettazione e direzione lavori, nel limite del 25% delle voci di spesa relative ai primi due punti. In questo ambito le spese agevolabili di progettazione e lavori, che comprendono la progettazione tecnica degli investimenti, gli eventuali oneri per concessioni edilizie e i collaudi di legge, devono essere inferiori al 5% dell’importo ammesso per opere murarie. Queste ultime sono relative unicamente alla ristrutturazione degli immobili in cui sarà effettuato l’investimento e dove sarà svolta l’attività, ad ogni modo sono escluse le spese inerenti l’acquisto e/o la realizzazione di immobili; Studi di fattibilità e piani di impresa, inclusi le analisi di mercato, gli studi per la valutazione dell’impatto ambientale; devono rispettare il limite del 2% dell’investimento totale ammesso e tra queste voci è compresa anche la quota iniziale dei contratti di franchising.

 

Chi finanzia

La legge 215 prevede agevolazioni per le imprese femminili che svolgano la loro attività in tre macrosettori: – agricoltura; – manifatturiero ed assimilati; – commercio, turismo e servizi. Relativamente ai tre macrosettori, che servono da riferimento per la predisposizione delle graduatorie regionali, sono agevolabili le imprese che svolgano la loro attività in una delle seguenti sezioni: “agricoltura” Fanno parte di questo insieme le attività comprese nelle seguenti sezioni della Classificazione Istat ATECO’91: a) AGRICOLTURA, CACCIA E SILVICOLTURA; b) PESCA, PISCICOLTURA E SERVIZI ANNESSI. “manifatturiero ed assimilati” Appartengono a questo macrosettore le seguenti attività: c) ESTRAZIONE DI MINERALI; d) ATTIVITA’ MANIFATTURIERE; e) PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA, GAS E ACQUA; f) COSTRUZIONI. “commercio, turismo e servizi” La classe di attività relative a tale macrosettore riguardano: g) COMMERCIO ALL’INGROSSO E AL DETTAGLIO; RIPARAZIONE DI AUTOVEICOLI, MOTOCICLI E DI BENI PERSONALI E PER LA CASA; h) ALBERGHI E RISTORANTI; i) TRASPORTI, MAGAZZINAGGIO E COMUNICAZIONI; j) INTERMEDIAZIONE MONETARIA E FINANZIARIA; k) ATTIVITA’ IMMOBILIARI, NOLEGGIO, INFORMATICA, RICERCA, ALTRE ATTIVITA’ PROFESSIONALI ED IMPRENDITORIALI; m) ISTRUZIONE; n) SANITA’ E ALTRI SERVIZI SOCIALI; o) ALTRI SERVIZI PUBBLICI, SOCIALI E PERSONALI. Nel caso di programmi di investimento che riguardino, nell’ambito della stessa unità locale, lo svolgimento di attività relative a differenti settori, la domanda va inserita nella graduatoria del macrosettore in cui rientra l’attività “prevalente”.

 

Quanto finanzia

Il contributo concesso dalla legge 215 dipende, oltre che dall’investimento, anche dalla regione in cui si realizza il programma, dalla suddivisione delle spese tra le diverse tipologie, dal momento di effettuazione. Le percentuali massime di contributo sono calcolate secondo due diverse tipologie di calcolo, Equivalente Sovvenzione Netta ed Equivalente Sovvenzione Lorda. La prima (ESN) è quella parte di contributo calcolata al netto delle tasse; vale a dire che, nell’ipotesi di una produzione di utili da parte dell’impresa, una volta pagate le imposte relative ciò che rimarrà del contributo erogato sarà pari ad un ammontare pari alla percentuale ESN in oggetto (es. dato 1 miliardo l’investimento ammissibile e 50% la percentuale ESN se l’impresa produrrà utili il contributo che le rimarrà sarà pari al 50% della spesa, se l’azienda non dovesse produrre utili il contributo a fondo perduto calcolato sulla base di tale percentuale sarà nettamente maggiore, nell’ordine anche del 70 – 80%). La percentuale ESL è quella parte di contributo erogata al lordo delle tasse; ciò equivale a dire che dopo l’imposizione fiscale il contributo ESL ne risulterà ridotto di conseguenza (come nell’esempio precedente dato il 15% ESL tale percentuale rimarrà all’impresa solo nel caso in cui non venga prodotto utile; in caso contrario l’effettivo importo sarà decurtato del valore delle imposte sul reddito). Le imposte sono pari al 41,25%, ma il contributo può venire portato a reddito in più anni, contemporaneamente all’ammortamento fiscale del bene agevolato, ecco perché l’aiuto varia notevolmente a seconda del bene e del momento d’acquisto. Vediamo ora in dettaglio le diverse tipologie di intensità di finanziamento: Esclusivamente per la presentazione di domande inerenti a spese sostenute successivamente alla presentazione delle richieste di contributi: – per quanto riguarda settori di attività diversi dalla produzione agricola primaria, si hanno le seguenti misure agevolative espresse in ESN e in ESL: Area del territorio Iniziative per avvio di attività, acquisto di attività preesistenti e progetti aziendali innovativi Iniziative per acquisizione di servizi reali Aree ammesse alla deroga 87.3.a Regione Calabria – tutto il territorio 50% ESN + 15% ESL 40% ESL Regioni Basilicata, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia – tutto il territorio 35% ESN + 15% ESL 40% ESL Comuni dell’Abruzzo e del Molise ammessi alla deroga 87.3.c 20% ESN + 10% ESL 40% ESL Comuni delle regioni Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Umbria, Valle D’Aosta, Veneto e delle Province Autonome di Trento e Bolzano ammessi alla deroga 87.3.c 8% ESN + 10% ESL 40% ESL Restanti zone 15% ESL 30% ESL – per il settore della produzione agricola primaria espresse in Equivalente Sovvenzione Lordo (ESL): Zone agricole svantaggiate (secondo la normativa specifica) 50% ESL Altre zone 40% ESL Qualora il beneficiario sia “giovane agricoltore” le percentuali sono pari a: Zone agricole svantaggiate (secondo la normativa specifica) 55% ESL Altre zone 45% ESL Relativamente alle domande presentate per agevolazioni richieste a titolo “de minimis”, sostenute anche precedentemente la presentazione della domanda di contributo (purché in data successiva alla scadenza del bando precedente), le misure agevolative, espresse in percentuale delle spese ammissibili, sono pari a: Area del territorio Iniziative per avvio di attività, acquisto di attività preesistenti e progetti aziendali innovativi Iniziative per acquisizione di servizi reali Aree ammesse alla deroga 87.3.a Regioni Calabria, Basilicata, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia – tutto il territorio 75% 40% Comuni dell’Abruzzo e del Molise ammessi alla deroga 87.3.c 65% 40% Comuni delle regioni Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Umbria, Valle D’Aosta, Veneto e delle Province Autonome di Trento e Bolzano ammessi alla deroga 87.3.c 60% 40% Restanti zone 50% 30% Si ricorda che la regola “de minimis” prevede l’importo massimo di 100.000 euro di aiuti complessivi a titolo “de minimis” ottenibili dall’impresa nel periodo di tre anni. Tale regime non si applica ai settori disciplinati dal trattato istitutivo della CECA (Comunità Economica del Carbone e dell’Acciaio), al settore del trasporto merci e al settore della produzione agricola primaria e della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli.

 

In quanto tempo

Le graduatorie, recanti le aziende finanziate, sono emesse entro 90 giorni dalla scadenza del termine ultimo per la presentazione delle domande e la loro predisposizione è effettuata dalla Regione o dalla Provincia Autonoma competente; entro lo stesso termine esse sono inviate al Ministero dell’Industria che provvede alla loro pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Ciascuna amministrazione adotta e comunica i provvedimenti di concessione alle imprese beneficiarie entro 30 giorni da tale pubblicazione. Per quanto riguarda l’erogazione del contributo, essa è effettuata in due “rate”. La prima quota, disponibile dal 30° giorno successivo alla pubblicazione, sarà pari al 30% del contributo richiesto e potrà essere richiesta quando sia realizzata una pari quota percentuale di investimenti ammessi. La seconda quota, pari al 70% delle agevolazioni richieste, è disponibile: per i programmi di durata inferiore ai 12 mesi, dopo 6 mesi dalla suddetta pubblicazione; per i programmi di durata superiore ai 12 mesi, dopo 12 mesi la suddetta pubblicazione. La seconda quota potrà essere richiesta al momento della completa realizzazione dell’iniziativa che deve avvenire, ad ogni modo, non oltre 24 mesi dalla data del decreto di concessione del contributo.

 

Cosa bisogna fare

documenti necessari per richiedere le agevolazioni della 215 sono formati da: Modulo di richiesta delle agevolazioni: contenente i principali dati ed informazioni sull’impresa proponente e sul programma di investimenti; Scheda tecnica: in cui è presente la descrizione dettagliata dell’iniziativa proposta ed i relativi dati economico-finanziari; Certificato di iscrizione presso il registro delle imprese della competente Camera di Commercio, corredato dalla dicitura antimafia (documentazione non richiesta per le imprese individuali non ancora iscritte, al momento della presentazione della domanda, nel Registro delle imprese).